Peralta (famiglia)

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Peralta
Troncato d'azzurro e d'argento.
Stato Regno di Navarra
Regno d'Aragona
Regno di Sardegna
Regno di Sicilia
Regno di Napoli
Titoli
FondatoreEnecon Peralta
Ultimo sovranoMargherita, Costanza e Caterinella Peralta d'Aragona
Data di fondazioneVIII secolo
Data di estinzioneXV secolo
Confluita inDe Luna, Incardona e Cardona
EtniaSpagnola

La famiglia Peralta (poi Peralta d'Aragona) è stata una famiglia nobile spagnola.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Discendente dai sovrani di Navarra[1] o da quelli di Aragona[2], fu una famiglia molto potente in Sicilia durante il XIV secolo. Il capostipite fu Enecon Peralta, vissuto nell'VIII secolo[1]. Sempre nello stesso periodo, per la precisione nel 774, sotto l'imperatore Carlo Magno, un cavaliere della casata si distinse nel difendere Barcellona dall'assedio dei Mori[2][3]. Si ripeté nel 1038 Romano Peralta, che aiutò il 1º principe del Regno d'Aragona e 12º conte di Barcellona Raimondo Berengario, col quale era strettamente imparentato, nell'assedio di Lleida[3]. Alcuni secoli dopo, Filippo di Saluzzo, governatore del Regno di Sardegna nel 1324, si sposò prima del 1292 con Aldonza Fernandez de Castro Peralta e poi con Agalbursa di Cervera. Dal primo matrimonio nacque Raimondo, 1º conte di Caltabellotta, grande ammiraglio del Regno d'Aragona, gran cancelliere e gran camerlengo del Regno di Sicilia e capitano generale della Sardegna, sposatosi prima con Sibilla di Cardona, poi con Isabella/Elisabetta d'Aragona e infine con Allegranza Abbate, i cui discendenti portarono sempre il cognome Peralta e non più quello di Saluzzo, abbandonato da Raimondo. Usarono tuttavia lo stesso stemma troncato d'azzurro e d'argento dei Saluzzo. Sostenitori della fazione catalana nell'isola durante il dominio aragonese, i Peralta furono i signori incontrastati del Vallo di Mazara nei secoli XIV e XV. Essi infatti controllavano l'esazione di tributi, la giustizia, i feudatari, un esercito personale ed inoltre nominavano i funzionari e gestivano la zecca di Sciacca. Nel 1392, quando sbarcò il re Martino d'Aragona con il suo esercito per riprendere il possesso della Sicilia, i Peralta si dimostrarono fedeli e mantennero i loro privilegi a differenza delle famiglie Alagona e Chiaramonte. La casata si estinse nel XV secolo, quando le ultime discendenti Margherita, Costanza e Caterinella sposarono rispettivamente Artale de Luna, Antonio Incardona e Alfonso di Cardona. Sopravvisse però la discendenza di Raimondello, barone di San Giacomo, figlio naturale di Nicola/Nicolò Peralta d'Aragona, che tuttavia proprio a causa dell'illegittimità non venne considerata appartenente alla famiglia Peralta[4].

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Peralta da Guglielmo, vivente nel XIII secolo, fino agli ultimi discendenti, vissuti nel XV secolo, figli dei fratelli Nicola/Nicolò e Giovanni, stilato secondo le ricostruzioni dei genealogisti Filadelfo Mugnos e Francesco Savasta[5][6]:

 Guglielmo[A 1]
 
  
 Raimondo[A 2]
Guglielmo
 
 
 Aldonza[A 3]
 
 
 Aldonza Fernandez[A 4]
 
 
 Raimondo[A 5]
 
 
 Guglielmo Raimondo "Guglielmone"[A 6]
 
 
 Guglielmo "Guglielmone"[A 7]
 
  
 Nicola/Nicolò[A 8]
 Giovanni[A 13]
  
      
Giovanna[A 9]
Margherita[A 10]
Costanza[A 11]
Raimondello[A 12]
(naturale)
Nicolò[A 14]
Caterinella[A 15]

Feudi[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia possedette un totale di almeno 16 feudi, distribuiti per la maggior parte in Sicilia e suddivisi in ducati, marchesati, contee, viscontee e baronie[2]. Nel dettaglio:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ Fu barone di Peralta. Si sposò con Marchesa di Caprera.
  2. ^ Fu conte di Urgell, visconte di Àger, barone di Peralta e cavaliere, imparentato con gli Aragonesi.
  3. ^ Fu baronessa di Peralta. Si sposò con Filippo Fernandez de Castro, figlio di Fernando Sanchez de Castro ed Aldonza Ximenez de Urrea. Figlia unica di Raimondo, fece ereditare i propri possedimenti alla sua unica figlia (riportata di seguito), chiamata col nome e cognome suo e del marito, facendola riconoscere legittimamente come un membro della sua casata, nonostante dovesse essere in realtà considerata appartenente al lignaggio del marito.
  4. ^ Fu baronessa di Peralta. Si sposò con Filippo di Saluzzo, figlio di Tommaso e Luisa di Ceva. Ebbero tre figli:
    - Filippo di Saluzzo, primogenito, barone di Castro;
    - Costanza di Saluzzo, secondogenita, andata in sposa a Pietro de Arborea;
    - Raimondo Peralta (riportato di seguito), terzogenito, barone di Peralta, che la madre Aldonza Fernandez fece riconoscere legittimamente come un membro della famiglia Peralta, nonostante dovesse essere in realtà considerato appartenente alla casata dei Saluzzo.
  5. ^ Fu 1º conte di Caltabellotta, barone di Peralta, grande ammiraglio del Regno d'Aragona, gran cancelliere e gran camerlengo del Regno di Sicilia e capitano generale della Sardegna. Si sposò prima con Sibilla di Cardona, poi con Isabella/Elisabetta d'Aragona e infine con Allegranza Abbate. Si trasferì in Sicilia.
  6. ^ Fu conte di Caltabellotta, gran cancelliere e gran camerlengo del Regno di Sicilia. Si sposò con Luisa di Sclafani.
  7. ^ Fu conte di Caltabellotta. Si sposò con Eleonora d'Aragona. I loro discendenti portarono il cognome Peralta d'Aragona.
  8. ^ Fu marchese di Mazara e conte di Adragna, Alcamo, Burgio, Calatafimi, Calatamauro, Caltabellotta, Caltanissetta, Chiusa, Sambuca e Sclafani. Si sposò con Elisabetta Chiaramonte.
  9. ^ Fu contessa di Caltabellotta. Si sposò con Matteo I Moncada Sclafani
  10. ^ Fu contessa di Caltabellotta. Si sposò con Artale de Luna il 17 giugno 1400.
  11. ^ Si sposò con Antonio Incardona.
  12. ^ Figlio illegittimo di Nicola/Nicolò, fu barone di San Giacomo.
  13. ^ Fu conte di Burgio, Calatamauro e Chiusa. Morì nel 1423. Si sposò con Eleonora di Navarra.
  14. ^ Fu conte di Burgio, Calatamauro e Chiusa. Morì in giovane età senza essersi sposato ed aver avuto figli.
  15. ^ Si sposò con Alfonso di Cardona.
Riferimenti
  1. ^ a b (ES) Francisco Piferrer, Nobiliario de los reinos y señorios de España, vol. 1, 2ª ed., Madrid, En la redaccion, 1857, p. 121.
  2. ^ a b c Berardo Candida Gonzaga, p. 137.
  3. ^ a b Francesco Savasta, p. 90.
  4. ^ Francesco Savasta, p. 94.
  5. ^ Filadelfo Mugnos, pp. 82-84.
  6. ^ Francesco Savasta, pp. 90-94.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
  • Filadelfo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie nobili titolate fevdatarie ed antiche nobili del fidelissimo Regno di Sicilia viventi ed estinte, vol. 3, Palermo, 1670, ISBN non esistente.
  • Maria Antonietta Russo, I Peralta e il Val di Mazara nel XIV e XV secolo. Sistema di potere, strategie familiari e controllo territoriale, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia Editore, 2003, ISBN 88-8241-174-5.
  • Francesco Savasta, Il famoso caso di Sciacca, a cura di Girolamo Di Marzo Ferro, Palermo, 1843, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]